Vi è la necessità di imparare dalla conoscenza e dai concetti indigeni quando si studia la disabilità e l’inclusione in ambienti con risorse limitate. Si tratta in paricolare dello sviluppo ed esperimento dell’intervento “Obuntu bulamu”, un supporto nell’inclusione della disabilità tra pari (peer to peer), cominciando dalle interpretazioni indigene di appartenenza e umanità. “Obuntu bulamu” è un comportamento accettato che significa “un insieme di valori condiviso che promuove il benessere, il senso di comunità e unità”. L’intervento è stato co-creato e testato da un gruppo di bambini, genitori, insegnanti, sanitari della riabilitazione e accademici in Uganda. Esso consiste in sessioni di formazione, riunioni di supporto tra pari e attività per bambini, genitori e insegnanti attorno ai temi del “supporto tra pari”, “disabilità” e “appartenenza”. Attraverso i metodi di partecipazione qualitativa la praticabilità dell’intervento è stato valutato insieme a 64 bambini, 64 genitori e 33 insegnanti in 10 comunità nel distretto di Wakiso, in Uganda Centrale.
(Cite: Cite: Bannink Mbazzi, F., Nalugya, R., Kawesa, E., Nambejja, H., Nizeyimana, P., Ojok, P., Van Hove, G. and Seeley, J., 2020. ‘Obuntu Bulamu’ – Development and Testing of an Indigenous Intervention for Disability Inclusion in Uganda. Scandinavian Journal of Disability Research, 22(1), pp.403–416).
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